Trovare il formato motivazionale che funziona su di sé (o sul cliente, dal punto di vista del coach)

Motivazione al cambiamento positivo

Tra i temi fondamentali da trattare si trova quello della percezione del task da compiere. Ogni task (compito) può avere letture diverse.

Un task può essere demotivante se affrontato con lo spirito sbagliato, e motivante se si trova lo spirito giusto con cui affrontarlo.

Non tutti i tipi di “spirito” o disposizione mentale funzionano nello stesso modo, e ciascuno dovrà trovare in sé o con l’aiuto del coach l’assetto mentale o format che più riesce a motivarlo.

Ad esempio, Victor Martinez, professionista di bodybuilding, afferma:

Io affronto una sfida contro me stesso e sono un gran lavoratore. Quando mi dicono di divertirmi alle gare, io penso che non è affatto così, perché è il mio lavoro. Nessuno dice a uno di andarsi a divertire in ufficio tutti i giorni alle nove di mattina, no? Io faccio il mio lavoro con il massimo impegno, e anche di più[1].

In questa testimonianza notiamo che il format motivazionale operativo, che funziona su questo atleta, è il costruire un concetto di “lavoro serio” nel suo programma di allenamento, una professionalizzazione di quello che per altri è un normale svago o passione (la palestra), facendolo diventare sfida contro se stesso, e non necessariamente un divertimento.

Per altri, questo format può invece essere distruttivo.

Questo atleta ha trovato un formato motivazionale che funziona su di sé, ma lo stesso formato applicato ad un suo collega potrebbe non funzionare o essere invece fonte di frustrazione continua e portare all’abbandono.

Su ogni persona è necessario un grande lavoro di personalizzazione.

Personalizzare la motivazione è un forte lavoro di coaching e formazione.

La motivazione si ritrova per molti nel format della sfida contro altri: per alcuni, il senso della sfida rimanda ad una visione di sé epica, maestosa, leggendaria, ed è il driver interiore più forte quando si tratta di produrre una performance in alcuni campi di battaglia professionale. In altri casi, il format si arricchisce di più strati motivazionali, ad esempio, sfida + contributo.

Nel caso seguente notiamo come si vadano a stratificare il format della sfida contro il nemico assieme al format della sfida contro la lesa maestà (sfida all’immagine di sé). I due motori psicologici, sommati, aumentano l’effetto.

La testimonianza è tratta da un intervista ad un combattente professionista, nella quale possiamo notare come l’energia della sfida, se ben canalizzata, possa produrre un dose supplementare di energie per la preparazione di se stessi:

Intervistatore: Quasi tutti ti davano per spacciato contro Tito Ortiz…

Tutti lo credevano imbattibile, tutti credevano che nessuno lo potesse battere nella categoria dei 93 chili, ma io ero li…. Ero anche pronto ad affrontarlo senza ricompensa, volevo questo titolo. Seriamente, mi ha fatto incazzare essere li e sentirli parlare come se io non rappresentassi la benché minima minaccia per lui.

Ciò ti ha offeso? Ma, non veramente. Ciò mi ha dato ancora più energia, mi ha fatto allenare ancora più intensamente[2].

I format motivazionali non devono essere unicamente o necessariamente mossi dal motore psico-agonistico. Altri possono trovare motivazione su un fronte opposto, nel format della “relazione di aiuto” (aiutare gli altri), o nell’espiazione (impegnarsi per scontare una pena), o nella vendetta (impegnarsi contro), o per una causa in cui credono (impegnarsi per).

In ogni caso, il lavoro del coach deve consistere nel trovare quale format motivazionale possa meglio funzionare sul soggetto, ma anche localizzare e rimuovere i format attivi sbagliati, che agiscono ora come modello errato e possono risultare distruttivi o controproducenti per la persona stessa, sebbene essi possano risultare buoni per altri, o aver funzionato in passato.

Ciò che ha funzionato in passato, in un contesto diverso può non avere più lo stesso effetto, o diventare persino controproducente. L’esame qui deve essere assolutamente situazionale e personalizzato.


[1] Berg, M. (2006), La svolta di Victor, Flex, n. 4, pp. 70-79. Rif. p. 75.

[2] AA.VV. (2004), IceMan Chuck Liddell, Reportage da “Fight Sport”, n. 2, ottobre, p. 30.

Copyright. Articolo estratto dal volume “Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance” Copyright Franco Angeli editore e Studio Trevisani Coaching & Training.

Ipertrofia muscolare e allenamento, basi fisiologiche e applicazioni metodologiche nel corpo libero

Come avviene la crescita ipertrofica fisiologicamente?

Il muscolo scheletrico risponde a stimoli specifici con diversi meccanismi. Gli stimoli che influiscono sull’ipertrofia, quindi aumento di massa muscolare dovuto alla crescita dimensionale della fibra, possono essere riassunti in questi punti:

  • Stimoli Ormonali (GH, Testosterone, Insulina, IGF-1)
  • Stimoli Paracrini (IGF-1, FGF)
  • Stimoli Metabolici (Lattato, Ipossia, ecc..)
  • Stimoli meccanici (MGF, Integrine, p70S6K)

Lo stimolo meccanico induce l’attivazione di vie di segnale cellulare che trasformano tale stimolo in molecolare. Vengono stimolate proteine ad attività chinasica o fosfatasica, enzimi AMP chinasi, calcineurina, Protein kinasi B, Fosfochinasi C, (aggiunta o rimozione di gruppi fosforici) con tappa finale che spesso consiste nella traslocazione nel nucleo di un fattore di trascrizione per il DNA.

Un ruolo fondamentale viene svolto dai ribosomi, essenziali per la sintesi proteica. Per la traduzione proteica si osserva la presenza di un fattore di inizio eIF4G legato alla proteina inibitoria BP1. Il complesso eIF4G-BP1 impedisce la sintesi proteica. Lo stimolo meccanico attiva la proteina mTOR ad attività chinasica, essa fosforila il complesso inibitorio liberando il fattore di inizio e attivando a sua volta la proteina p70S6K e S6 che provoca la trasduzione di mRNA per la sintesi proteica.

Il carico meccanico agisce stimolando i sensori di carico presenti nelle miofibrille e nel sarcomero, in particolare nella linea Z e sulla Titina, proteina strutturale. Il segnale agisce a livello nucleare grazie alle Integrine e sollecitano il nucleo alla trascrizione di DNA. Un sensore di queste forze meccaniche è il fattore di trascrizione SRF, il quale fornisce un legame diretto tra membrana cellulare, genoma e espressione di proteine muscolari.

Dal punto di vista metabolico per ottenere un aumento di massa muscolare sono importanti i seguenti fattori:

  • Insulina, ormone anabolizzante che amplifica l’assorbimento cellulare di amminoacidi, aumenta la sintesi di glicogeno e incrementa la sintesi proteica aumentando la trasduzione di mRNA sui ribosomi (in assenza di insulina i ribosomi cessano di funzionare). Causa inoltre diminuzione del gene per la Carbamilfosfato sintasi 1, coinvolto nel ciclo dell’urea e catabolismo degli amminoacidi.
  • MAP Chinasi, Glicogeno sintasi GSK3, meccanismi con segnali intracellulari a cascata implicati nella sintesi di glicogeno e aumento attività metabolica. Le MAP chinasi hanno un ruolo attivo nell’ipertrofia in caso di ROS (aumento H2O2 per accumulo metaboliti, consumo ATP e acido lattico).
  • Testosterone, ha azione anabolica direttamente sulla sintesi proteica a livello nucleare. È sintetizzato partendo dal colesterolo e prodotto dalle cellule di Leydig dei Testicoli, sotto il controllo dell’ipofisi anteriore.
  • GH, somatotropina, ha azione anabolizzante con azione sul fattore IGF-1; nel tessuto adiposo favorisce la metabolizzazione di grassi con la lipolisi.
  • IGF-1, fondamentale per i meccanismi recettoriali per la crescita insulino-simile, l’isoforma MGF risponde allo stimolo meccanico

 

Come attivare questi meccanismi per la sintesi proteica?

Per agire positivamente sulla crescita muscolare vanno presi in considerazione diversi fattori, i quali devono essere presenti in una programmazione ottimale al fine ipertrofico:

  • Deplezione dei Fosfati, il lavoro alattacido comporta una sensibile diminuzione delle riserve dei fosfati. La formazione dei ribosomi, sede della sintesi proteica, è favorita dalla carenza di ATP, mentre alte concentrazioni ne inibiscono la
  • Esaurimento Glicogeno muscolare e produzione acido lattico, in quanto associato ad aumento di GH.
  • Micro-lesioni muscolari, elevati livelli di acido lattico causano microlesioni a livello della membrana cellulare che in seguito alla supercompensazione stimola la sintesi proteica. Disorganizzazione delle bande Z dovuta a micro-lesioni porta a liberazione dei fattori di crescita specifici per il muscolo, come IGF-1.

Come attivare questi meccanismi nella pratica?

Le metodologie allenanti per l’ipertrofia sono diverse, ognuna di esse cerca di raggiungere come specificato la massima deplezione di fosfati, esaurimento ATP, micro-lesioni muscolari per il rilascio di IGF-1.

Entrano in gioco inoltre tutti i meccanismi metabolici che prevedono un certo tipo di alimentazione, ritmo sonno-veglia, stress, che richiedono un approfondimento specifico non trattato in questo articolo.

Questi elencati sono i punti principali di metodologie per l’ipertrofia:

  • Carichi di lavoro differenziati in base al tipo di fibra e grandezza muscolare
  • Modalità esecutive con velocità variabili in base al tipo di fibra
  • Ottenimento della massima deplezione dei fosfati
  • Esaurimento scorte glicogeno e massima produzione acido lattico
  • Enfasi su fase eccentrica con movimento più lento e controllato

In base a questi principi si può strutturare un programma di allenamento che tiene conto di intensità, volume e densità di allenamento, considerando l’importanza del recupero ottimale e periodi di scarico in caso di lavoro che produce DOMS, ovvero micro-lesioni post esercizio, accumulo acido lattico, e esaurimento neuro-muscolare.

Attraverso il corpo libero è possibile attivare i meccanismi di sintesi proteica per l’ipertrofia?

La risposta è sì! Concentrandosi nella seduta di allenamento e nella programmazione del mesociclo su obiettivi progressivi che provocano il danno muscolare e deplezione fosfati, metodologie speciali (rest pause, body contraction, ecc..) il muscolo risponderà con aumento della massa e volume cellulare. In oltre sforzi con sovraccarico massimale e sub-massimale possono intervenire sull’attivazione di cellule satellite per la crescita del numero di cellule (Iperplasia) in numero comunque limitato.

Nel corpo libero (Calisthenics) l’unico limite consiste nel maggior coinvolgimento della struttura neuro-muscolare complessiva con movimenti multi articolari dispendiosi da un punto di vista nervoso e difficoltà nell’isolamento muscolare con movimenti mono-articolari. È inoltre importante specificare che per lavorare sulla crescita ipertrofica delle gambe l’utilizzo di metodologie di pesistica (Squat, stacco) è fondamentale, poiché i muscoli degli arti inferiori sono molto resistenti e forti e con il corpo libero si rischia di raggiungere uno stallo nella progressione, utile comunque per chi vuole mantenere una buona condizione ipertrofica.

La crescita ipertrofica potrà raggiungere livelli ottimi, diversi rispetto il bodybuilding o powerlifting ma sia dal punto di vista estetico che di forza funzionale i risultati possono essere sorprendenti. Studi scientifici dimostrano l’efficacia del calisthenics per migliorare la postura, forza e composizione corporea, intervenendo molto sulla stabilizzazione lombare e addominale e sulla sintesi proteica con esercizi di forza massimali e sub-massimali o di forza resistente. 

Collaborazione tra figure professionali e ruolo del Tutor nel settore giovanile calcistico

Prendendo come riferimeno gli studi effettuati, esperienze e le necessità dell’ambiente calcistico, risulta chiaro un aspetto della programmazione dei settori giovanili professionisti: l’esistenza di due “forze” trainanti: una che riguarda lo sviluppo di atleti che possono arricchire la società di appartenenza, diventando bandiere o scambio per il bilancio; un’altra che riguarda lo sviluppo di persone, con possibilità di scelta e competenze trasversali spendibili in altri campi.

Entrambi gli aspetti devono essere presi in considerazione. Un settore giovanile funziona quando si sviluppano persone responsabili, consapevoli del proprio valore agonistico e umano, con strumenti per affrontare la vita nella sua variabilità e realismo.

Per questo motivo sono indispensabili figure professionali nel team come tutor che si occupano degli aspetti scolastici, che mantengono una relazione con la famiglia, sia se il/la ragazzo/a viene da lontano o è della stessa città. Il tutor deve essere in contatto con l’allenatore e assistenti, per affrontare difficoltà e analizzare le strategie di crescita migliori.

Ogni società calcistica dovrebbe assicurare la presa in carico di questi aspetti: – analisi della situazione famigliare e personale; – legame con la scuola e formazione in generale; – creazione di progetti extracalcistici, come esperienze di sport con disabili, progetti di ecologia, prospetti universitari; – assistenza per ascolto dei bisogni e situazioni di difficoltà.

Se si pensa allo sviluppo della persona nella sua complessità i risultati saranno molto soddisfacenti. Gli studi scienifici sull’abbandono sportivo, in atleti che hanno vinto campionati under, magari con ragazzi molto sviluppati che a 16 anni smettono di crescere, dimostrano che l’atleta completo si sviluppa attraverso una serie di tasselli, che comprendono: società affidabile e presente; allenatori e preparatori competenti e flessibili ai bisogni, capaci di relazionarsi con le altre figure; tutor; ragazzi/e motivati e consapevoli delle possibilità e dei propri mezzi.

La vittoria è importante, se per vittoria si intende la crescita di persone che possono agire positivamente e attivamente sul proprio successo e su ciò che li circonda. Se il contesto permette tutto questo i risultati saranno sia sportivi, con bel gioco, crescita di talenti, vittorie e sconfitte mai facili, che umani.

Dolore al tallone in età giovanile, Apifisite del calcagno. Possibili esercizi di prevenzione e compensazione

Tra le diverse traumatologie dell’età pediatrica una delle più frequenti è l’apofisite del calcagno (Malattia di Sever). Consiste in un’infiammazione dolorosa dell’apofisi del calcagno, nell’inserzione del tendine d’achille. La percezione del dolore può estendersi alla zona plantare, con coinvolgimento dei muscoli flessori plantari.

Possibili cause comprendono la diversa forza tra il tendine d’achille e la debolezza inserzionale dell’apofisi del calcagno, con interessamento dell’osteocondrosi del calcagno (fascia plantare). In età giovanile la crescita muscolare non segue direttamente lo sviluppo osseo-cartilagineo, essendo questi tempi cronologicamente diversi è fondamentale, nel caso di insorgenza del dolore, effettuare un protocollo di lavoro fisico, in seguito alle opportune visite specialistiche.

Esercizi utili per prevenire l’insorgenza della malattia (anche se spesso è di natura genetica e conformazionale) e compensazione comprendono:

-Stretching dei flessori: le 3 squadre di mezieres; flessione del busto mantenendo il bacino in antiversione con supporto per dorsiflessione del piede; mobilità attiva della catena posteriore e anca, coinvolgendo il tensore della fascia lata e glutei. Lavoro distensivo sulla fascia plantare con pallina da tennis o foamroller

-Rinforzo nella dorsiflessione e inversione-eversione del piede, con l’utilizzo di elastici, esercizi propriocettivi, di equilibrio statico e dinamico.

Effetti dell’esercizio fisico sulla perdita di peso

La perdita di peso, in particolare la diminuzione della massa grassa, avviene grazie all’esercizio fisico principalmente con 3 meccanisimi:

Allenamento a medio-bassa intensità e lunga durata. Per determinare il weight loss l’aspetto più modulabile è l’attività fisica, dove si cerca di aumentare la spesa calorica favorendo il consumo di acidi grassi. Lavori aerobici a bassa intensità(minore 50 % VO2Max) attivano la beta-ossidazione e combustione acidi grassi, ma in questo caso il consumo calorico totale è ridotto. Aumentando l’intensità sui 60-65% VO2Max si ha una relazione ottimale tra consumo calorico e di grasso. È fondamentale in questo range di intensità avere un volume di lavoro elevato. Il WHO specifica che per determinare perdita di peso e dimagrire sono necessari più di 250 minuti/settimana, con consumoiv calorico che supera le 2000 kcal/settimana.

Fenomeno del Browning, l’attività fisica causa produzione di catecolamine, soprattutto in esercizi che superano i 150 watt, quindi intensità 65% VO2Max e superiori, con un incremento nella fase iniziale. Le catecolamine hanno effetto sulla trascrizione delle UCP1, proteine ad attività disaccoppiante nei mitocondri che non permettono la fosforilazione ossidativa, quindi formazione ATP, ma causano dispersione di ioni idrogeno sotto forma di calore. Questo fenomeno è tipico del tessuto adiposo Bruno e permette una diminuzione della BMI. L’esercizio fisico può trasformare il tessuto adiposo Bianco (deposito di trigliceridi) in Bruno, aumentando il metabolismo basale.

EPOC, excess post exercise oxigen consumption. Dopo aver svolto attività fisica si osserva un aumento del consumo di ossigeno. Evidenze scientifiche dimostrano che esso dipende da intensità e durata. Si attiva questo meccanismo sia dopo esercizi aerobici moderati, con aumento EPOC in relazione a aumento durata; in esercizi aerobici lattacidi; in esercizi anaerobici di forza. L’EPOC serve per ripristinare gli equilibri ormonali e fisiologici dell’organismo e stimola il consumo calorico anche molte ore dopo l’allenamento.

Una programmazione ottimale per il dimagrimento deve prevedere l’attivazione di questi tre meccanismi, quindi è importante eseguire allenamenti a diverse intensità, ricordando però che in soggetti obesi e sovrappeso raggiungere l’intensità per la soglia di attivazione dell’EPOC non è possibile ed è rischioso, bisogna quindi prima concentrarsi su un lavoro aerobico, creare una base ottimale di capacità aerobiche con stimoli di forza per evitare la sarcopenia, successivamente, dopo 6 mesi-1 anno, incrementare l’intensità.

Master in Comunicazione, Management e Nuovi Media – Università di Venezia e Dipartimento della Comunicazione Università degli Studi di San Marino

In qualità di docente sin dalla prima edizione del 2000, segnalo l’apertura delle iscrizioni al Master in Comunicazione, Management e Nuovi Media, accreditato da Università di Venezia e Università di San Marino, Dipartimento della Comunicazione, Centro di Studi Semiotici e Cognitivi. Nelle immagini una panoramica del corpo docente, decisamente ampio e di spessore.

Master in Comunicazione, Management e Nuovi Media

Master in Comunicazione, Management e Nuovi Media

Università IUAV di Venezia, Università degli Studi di San Marino, Dipartimento della Comunicazione, Centro di Studi Semiotici e Cognitivi

Ritengo utile fornire informazioni preziose per chi è alla ricerca di formazione a livello Master, in comunicazione, management e nuovi media, per trovare un’offerta formativa alla quale partecipo dalla sua prima edizione, e che trovo personalmente ai massimi livelli oggi in Italia. Le informazioni illustrate sono rilevabili nel sito ufficiale del Master presso il Dipartimento della Comunicazione.

In tempi di iper-offerta, la presenza di un Comitato Scientifico di alto livello, sotto evidenziato, testimonia lo spessore culturale nel quale il Master si radica:

Comitato Scientifico del Dipartimento

Il Comitato Scientifico è composto da:

Umberto Eco, Scuola Superiore Studi Umanistici di Bologna
Cristina Cacciari, Università di Modena e Reggio Emilia
Stefano Cerri, LIRMM Montpellier
Tullio De Mauro, Università di Roma “La Sapienza”
Paolo Fabbri, Università IUAV di Venezia
Maurizio Gnerre, Università di Napoli “L’Orientale”
Paolo Leonardi, Università di Bologna
Diego Marconi, Università di Torino
Marvin Minsky, MIT Cambridge (Mass.)
Geoffrey Nunberg, University of California, Berkeley
Jean Petitot, EHESS Parigi
Hilary Putnam, Harvard University
Marco Santambrogio, Università di Parma
Raffaele Simone, Università Roma 3

Informazioni sul Master

Il Master, organizzato congiuntamente dall’Università degli Studi di San Marino e dall’Università IUAV di Venezia, è un corso biennale post-laurea che offre un’opportunità di crescita culturale e di formazione tecnico-specialistica sulla comunicazione professionale.

I destinatari sono liberi professionisti, imprenditori e manager di aziende private, impiegati, funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione e chiunque sia interessato, per motivi personali o di lavoro, ai temi della comunicazione professionale.

Le lezioni approfondiscono innanzitutto i problemi e le metodologie fondamentali del mondo della comunicazione contemporanea. Ciascun tema viene quindi applicato alla realtà delle aziende e professioni, con esercitazioni guidate, analisi di testi, dimostrazioni, presentazioni video, registrazioni, esempi multimediali.

Informazioni generali

Durata: 2 anni

Titolo di studio: in seguito alla frequenza delle lezioni e al superamento della prova finale, i corsisti conseguono il diploma di Master in Comunicazione. Il titolo, rilasciato congiuntamente dall’Università di San Marino e dall’Università IUAV di Venezia, equivale a 60 Crediti Formativi Universitari (cfr. decreto MIUR 3 novembre 1999, n. 509).

Sono inoltre riconosciuti 10 punti a coloro che sono iscritti alle liste di avviamento al lavoro della Repubblica di San Marino qualora l’Ufficio del Lavoro stabilisca che gli obiettivi formativi del Master siano legati alle mansioni da esercitare nella categoria di iscrizione.

Requisiti d’accesso: laurea triennale nuovo ordinamento o laurea del vecchio ordinamento. I titoli di studio stranieri dovranno essere corredati di apposito riconoscimento da parte di una università italiana.

Numero programmato: 30 iscritti laureati e 5 uditori non laureati

Borse di studio: È prevista l’assegnazione di 3 borse di studio per una riduzione del 50% sulla quota di iscrizione. Possono partecipare al concorso per le borse di studio i candidati che non abbiano compiuto 34 anni alla data di scadenza del bando di ammissione e non abbiano conseguito da più di 3 anni accademici il titolo di laurea. Per ulteriori informazioni sull’assegnazione delle borse di studio consultare il bando di ammissione.

Profilo professionale: il master forma professionisti in grado di progettare, coordinare e realizzare interventi nel campo della comunicazione pubblica e privata, a diversi livelli di complessità. Il diplomato, avendo solide basi metodologiche e teoriche, sa compiere analisi del settore sistematiche ed approfondite, riuscendo a identificare le risorse e le tecniche necessarie, ad esempio, allo sviluppo di piani di comunicazione, campagne di comunicazione aziendale, gestione dell’immagine integrata, identificazione e risoluzione delle aree di criticità, ottimizzazione e innovazione nei processi di comunicazione.

Contenuti

programma primo anno

Il primo anno offre un quadro propedeutico e generale sui temi fondamentali della comunicazione:

Media, mercati e tendenze Il modulo introduce i concetti di base delle attuali teorie della comunicazione e analizza i mezzi di comunicazione contemporanei, le tendenze e i mercati, con particolare attenzione alla comunicazione di massa e d’impresa.

Comunicazione aziendale Il modulo tratta la comunicazione integrata, esterna e interna, e il suo valore strategico per gli obiettivi di business dell’azienda. Relazioni pubbliche e ufficio stampa, identità visiva ed eventi, pubblicità e social media sono alcuni strumenti del communication mix. Un focus particolare è dedicato a etica, responsabilità sociale, sostenibilità ambientale, valore della stakeholder company.

Comunicazione interpersonale Il modulo approfondisce alcuni temi classici della microsociologia e della psicologia sociale: gli stili di conduzione di un gruppo, la cortesia, la gestione della ‘faccia’ e delle relazioni interpersonali in azienda.

Scrittura efficace Il modulo analizza diversi casi di scrittura oscura o inefficace (il burocratese, l’aziendalese e altre infelicità), e approfondisce gli argomenti chiave della scrittura efficace: progettazione, editing e revisione del testo, chiarezza d’esposizione, correttezza e appropriatezza formale.

Media Planning Il modulo offre i rudimenti per la costruzione di un media planning, partendo dall’analisi del target e dello scenario, per individuare il giusto media mix. Sono presentate le linee guida per la creazione di messaggi efficaci sui diversi media, dal comunicato stampa al tweet, passando per i blog e le pagine facebook.

New Business Writing Sempre più spesso leggiamo i testi tramite la finestra, piccola o grande, di uno schermo. Tutto, non solo i testi per il web: articoli, brochure, presentazioni, verbali, lettere, e-book, post e tweet. Il modulo offre strategie e suggerimenti per rendere i testi più chiari, leggibili ed efficaci nei contesti sempre più veloci, affollati e frammentati delle professioni contemporeanee.

Visual Communication Sono presentati i fondamenti della comunicazione visiva: scelta dei colori, uso dei font, rapporto fra immagini e testi scritti, impaginazione. Si analizza la comunicazione visiva su diversi media: carta, tv, web. Particolare attenzione è riservata alle strategie per impostare l’immagine grafica coordinata di un’azienda, si studia il posizionamento sul mercato di alcune grandi imprese e istituzioni, traendone conclusioni che possano essere applicate da ciascun corsista alla realtà della propria professione attuale o futura.

Internet Marketing Il modulo approfondisce i temi fondamentali del marketing on line: la pubblicità sul web dal banner a AdSense, l’e-commerce, il web nel media planning generale, le tecniche di fidelizzazione del cliente, la personalizzazione dei servizi on line, i nuovi modelli di business sul web 2.0.

programma secondo anno

Il secondo anno è orientato in senso pratico-applicativo:

Budgeting e Planning Il processo di budgeting è una componente operativa di programmazione e coordinamento delle attività aziendali. Il modulo fornisce le competenze necessarie alla pianificazione strategica di un budget efficace e le tecniche più adatte per realizzarlo. Sono inoltre esaminate le principali metodologie per l´analisi degli scostamenti e la redazione dei relativi report.

Sales Management Con lo studio di casi concreti, il modulo spiega i fondamenti della psicologia della persuasione e approfondisce le principali strategie persuasive su cui si basano le dinamiche commerciali e di mercato, la gestione di gruppi e la leadership nelle organizzazioni.

Crisis Management A volte gli esperti di comunicazione devono gestire situazioni di crisi grave (crollo di titoli, problemi di inquinamento e salute pubblica, ecc.), a volte solo momenti di difficoltà (perdita di clienti o loro insoddisfazione, calo di performance, deterioramento dei rapporti di lavoro). Con l’analisi di casi concreti, si illustrano le tecniche di gestione e comunicazione della crisi dall’identificazione dei problemi alla loro soluzione.

Scrittura creativa Un comunicatore non deve solo sapere scrivere in modo corretto, chiaro e funzionale, ma deve essere capace anche di produrre (o almeno valutare) testi efficaci dal punto di vista persuasivo. Con molti esempi ed esercitazioni, si discutono la presentazione della mission e vision aziendale, la creazione dell’interesse, la gestione dello stile, la scelta del registro, l’umorismo e le figure retoriche.

Social Media Marketing Il modulo offre le competenze necessarie per usare e gestire le opportunità offerte dai media digitali e dal web 2.0 nella progettazione, pianificazione e verifica delle attività di comunicazione e marketing per prodotti e servizi di aziende pubbliche e private.

Guerrilla Marketing Il Guerrilla Marketing è un insieme di tecniche, idee e strategie per ottenere in modo creativo risultati e profitti con tempi, risorse e costi più contenuti rispetto alle campagne tradizionali. Il modulo prevede un percorso per integrare il Guerrilla Marketing nella comunicazione d’impresa.

Public Speaking Si approfondiscono le tecniche fondamentali della parola in pubblico: dall’uso di Powerpoint al controllo della gestualità e del corpo, dall’organizzazione del discorso allo studio delle componenti visive della propria immagine personale.

Business Game Alla fine del secondo anno i corsisti devono presentare un lavoro di gruppo su uno o più temi trattati durante il Master: il progetto esecutivo di un sito web, il progetto di riorganizzazione della comunicazione interna di un’azienda, l’analisi dell’immagine coordinata di un’impresa, ecc. Il Business Game prevede un contest tra i diversi gruppi dando a tutti la possibilità di comparare e valutare in termini di coerenza ed efficacia i risultati ottenuti in due anni di Master.

Lo staff docente del master è composto da docenti, formatori e ricercatori, provenienti dai Corsi di laurea in Scienze della Comunicazione italiani, dal mondo delle imprese e della formazione professionale.

Allo staff permanente si aggiungono ogni anno imprenditori e dirigenti di azienda che sono invitati a illustrare esperienze e casi di studio.

Giovanna Cosenza, Università di Bologna, Direzione scientifica del Master
Giacomo Scillia, Cineca, Communication Manager

Maria Luisa Altieri Biagi, Professore Emerito Università Bologna, Accademica Emerita della Crusca
Fabio Antonacci, Bloguerrilla
Enzo Argante Giornalista Radio 24
Daniele Barbieri, Isia Urbino
Marina Bellei, Relazioni Esterne Hera S.p.A.
Giulio Blasi, Horizons Unlimited srl Bologna
Giovanni Buttitta, Terna Italia
Tullio Camiglieri, Presidente Open Gate Italia
Federico Cappi, Marketing Manager Conserve Italia
Luisa Carrada, mestierediscrivere.com
Beppe Chia, Chialab
Cristina D’Addato, Resp. Comunicazione, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “L. da Vinci”
Gianfranco Domizi, Fondazione Istud
Alessandra Frabetti, Attrice, regista e docente di recitazione
Nadia Furfaro, Amrop D & G
Mariella Governo, Consulente e Docente di Comunicazione d’Impresa
Paolo Iabichino, Ogilvy Italia
Davide Jabes, IULM Milano
Fabrizio Luccio, Università di Pisa
Sergio Maistrello, giornalista free lance e esperto di Social Media Management e Content Strategy
Claudia Marcuzzi, Cottoveneto
Geraldina Marzolla, Direttore Brand & Advertising Vodafone Italia
Francesco Messina, Visual designer, Art director, Polystudio, RCS Libri, EMI
Laura Morandini, Studio cdm associati
Francesco Muzzarelli, Senior Trainer Aziendale
Gabriele Pallotti, Università di Modena e Reggio Emilia
Francesco Porzio, MagillaGuerrilla
Giampaolo Proni, Università di Bologna
Lavinia Hanay Raja, Giornalista gruppo di ricerca Ippolita
Massimo Russo, Kataweb, Gruppo Editoriale L’Espresso
Francesco Spada, Direttore èTv
Annamaria Testa, Pubblicitaria e scrittrice
Daniele Trevisani, Esperto in Formazione, Coaching e Consulenza Strategica
Riccardo Venturini, Psicologo e psicoterapeuta
Ugo Volli, Università di Torino
Wu Ming 1, Scrittore
Vittorio Zambardino, Giornalista La Repubblica

Latin Training System

Since we are born we are fully involved in a journey called life. We run, whether we like it or not, whether we like or not the stopping areas and landscapes we encounter. I want to talk about this great opportunity which involves making a good trip, and leave a positive mark in this world at the end of your trip. I want to talk energy you need to make this journey. Some humans stubbornly continue to pursue the battle to build something good, others do not care, others destroy. Which category you want to join? Anyone who enlists in the first category became part of an army which belonged to the immortal Leonardo da Vinci, Mother Teresa of Calcutta, and who knows how many other, often unknown, often forgotten. It does not matter. There is a special type of self-honor, an honor that comes from within and not need any external recognition. Being a part of those who study, and struggle to change the world or themselves, is a mean to achieve that honor. Anyone who enlists has already won at the start. He won against apathy. But he has already lost, because the challenges are sometimes so large and bigger than us, so big that it seems pointless to try. Ridding the world of poverty, hunger and misery? Make a every human being happy? Knowing the real nature of life and the universe? Utopias, some say. Challenges, say others. There is heroism around. There’s always been. It is found in anyone’s life will not settle for mediocrity. The spirit of research, the desire to understand, the desire to challenge, to change things for the better. All battles are worth fighting. The obsession for “goals” to be “achieved” instantly and rapidly, “become reach fast”, and other goals for idiots, is the product of materialist cultures. Humanistic cultures such as the Ancient Latin culture understood that being rich is not only a matter of material possession but of spiritual freedom and research into the unknown, merging of personal life into a higher flow of energy. Latins also understood that bringing a part, a small part of a solution, to a large problem of mankind, is better than solve an apparently huge problem that involves only a few people. They thought in terms of well-being first. They studied the power of words and communication in Rethoric. They studied Arts, cultivated the Beauty in every aspect of life. They obtained most goals through Strategy and maintained Strenght as last option. Machiavelli is an example of the first “strategic counselor”, the Roman Empire – largest empire in the western world – was created mainly by persuasion and keeping fights only as last chance. They introduced modern concepts that can be found today in life-work balance, unveiled the power of relaxation (the Spa originated into Roman culture). They cultivated the body as a temple of the soul: “mens sana in corpore sano” (a free mind in a healty body) is probably the most common “phrase” originated in Latin culture, still used in common language. The Greek culture, that is a part of the Greco-Latin culture, was a humanistic culture that also accepted to fight against any enemy, poets where also fighters, and did not fear to die. Spartans and the Coloseum are still nowadays the very expression of fight spirit. This is the Latin Training System. Copyright by Dr. Daniele Trevisani, Studio Trevisani Human Performance & Communication Research, originator of Latin Training System (TM)

La formazione come “andare al cinema” o come “momento sacro”? Una metafora con il Dojo

La formazione come “andare al cinema” o come “momento sacro”? Una metafora con il Dojo

Parliamo finalmente della vera Crisi, quella dei Manager, dell’intero Sistema della Formazione, del Sapere dove si VUOLE ANDARE…

La crisi è nel modo con cui la formazione “ipocrita” genera persone incapaci di decidere… ci sono troppi formatori che hanno il terrore dei corsisti, il terrore delle pagelline di fine corso, hanno smesso di vedersi come veri formatori e sono diventati “cagnolini ammaestrati” da portare a fare i bisognini in spazi ristretti… per i corsisti, la pappa deve essere già predigerita, i compiti “sfidanti ma non troppo”, e soprattutto vietato giudicare, anche se uno dice emerite stupidaggini, o si comporta da maleducato, “va capito”.

Mi dispiace ma io (personalmente, parlo per me come formatore) a questo gioco non partecipo più da tempo. Se mi cercano come esperto in qualche tema del quale sono esperto, se mi cercano come autore, bene,  per imparare qualcosa ci sono delle regole da seguire. Pratico Arti Marziali da circa 25 anni (formalmente, nella realtà da più tempo), e quando uno entra nel mio Dojo per imparare deve avere lo spirito giusto e aver voglia di imparare. Se viene per fare lo sbruffone o lo spaccone ha sbagliato posto.

Il Dojo è un luogo sacro di apprendimento e crescita personale, anche spirituale. l’aula non è meno importante di un Dojo. Lo spirito della formazione come momento “sacro” di crescita personale è stato completamente perso. Ho scritto un articolo su questo, spero che aiuti a far luce su questa faccenda che oggi è cruciale per uscire dalla crisi, che è anche e soprattutto una crisi di energie manageriali

http://studiotrevisani.wordpress.com/2012/04/12/lezioni-dal-dojo-per-i-manager/