La dieta comunicazionale: sarò fascista, comunista, talebano, integralista… ma non toccate i bambini…

…che fatica portare alcuni concetti al centro dell’attenzione quando il problema che tutti ci pongono come fondamentale sia cambiare il nuovo cellulare o come passare al digitale terrestre sennò sei morto…

… ma finchè toccano noi, amen… o quasi… il problema è quando toccano i bambini…

… non parlo degli odiosi fenomeni che tutti conosciamo e che faccio addirittura fatica a pensare o parlarne, ma di modalità ben più subdole di manipolare in negativo la crescita dei bambini e amputarne il potenziale intellettuale (se va bene) o instillare loro paura e ansia progressiva e distruggerli da dentro (ben più comune)… e a chi serve questo? nella letteratura sulla psicologia della persuasione è dimostrato che gli ansiosi si controllano meglio di chi sta bene … quindi, vediamo come si fa a creare una generazione lobotomizzata e ansiosa…

… qualche anno fa, vedendo Harry Potter al cinema, con amici e loro figli, piano piano mi rendo conto di essere al centro di quella che io ppiano piano percepivo… iniziavo a  sentire… come una enorme truffa comunicazionale, nella quale un prodotto “tinto” di favola per bambini assume sempre più i connotati di un film del terrore o a sfondo satanico… ma venduto con un packaging colorato e simpatico… come una di quelle bombe per bambini fatte a forma di gioco, che il bambino prende poi gli scoppia in mano… per amputarlo… così… scivolando di scena in scena, vedo spezzoni che nemmeno Dario Argento avrebbe pensato immettere nei suoi film… ricordo tuttova vaghe immagini schifose,  i protagonisti affogati ad occhi aperti entro un lago scuro… lividi… messaggi e immagini che fa fatica e digerire un adulto, figuriamoci un bambino… poi ricordo un bambino di fianco a me, prima con la faccia scura, poi inizia a piangere dalla paura… mi guardo dattorno e nessun genitore sembra capire cosa sta succedendo… vorrei alzarmi e dire… cazzo, mandate fuori i bambini da questo cesso di sala di merda o no!!!... … ma non capite che ve li stanno massacrando?

…per fortuna il papà di questo bambino si alza e lo porta fuori… è l’unico.

….più o meno nello stesso periodo per dimostrare di avere coraggio, i bambini guardavano (di nascosto o meno) il film The Ring… un elogio sistematico alla coltivazione della paura… buona parte dei bambini che ho saputo essere stati nutriti con questa dieta comunicazionale in quel periodo avuto incubi per mesi e alcuni per anni… nessuno dice niente… tutto va bene, tutto passa…

… bisogna prepararli al mondo la fuori, dicono alcuni (giustamente, lobotomizzati, ansioni e controllabili). Ma vaffanculo a questo tipo di preparazione… se vogliamo preparare i bambini e i giovani, pensiamo ad una dieta comunicazionale diversa…

… questi ex bambini ora sono adolescenti e si nutrono di High School Musical e altri programmi pensati per un target-audience di teenager americani, dove subdolamente sono esposti di continuo ad una modalità conversazionale dura, assertiva, competitiva, fatta di continui attacchi reciproci… di competitività interpersonale estrema, protagonisti idioti che conducono stili di vita idioti… guardano MTV o altri programmi dove la maggior parte dei contenuti è generata da creativi strafatti di alcool e cocaina…. i nuovi pedagogisti…

…l’insalata è completata dalla lettura di riviste per teenager che spiegano alle 13 enni nella rubrica sesso, come fare godere il fidanzato…

… non credo di essere stato abbastanza chiaro nè efficace… non credo sia facile parlare di queste cose che qualcuno cerchi di farti sentire fuori dai tempi… chi se ne frega… il bollino rosso sui programmi vale tanto quanto la scritta sui pacchetti di sigarette: niente.

… ma non basta; nelle sale cinematografiche i provini (scusate, sono vecchio… i trailer) proiettati prima dei film per bambini contengono immagini per loro devastanti… e nessuno dice niente…

… vedi i cartoni animati per bambini, e conti i colpi per minuto che i personaggi si danno, sparandosi, accoltellandosi, bastonandosi… e ti chiedi perchè nei cartoni americani che importiamo ci si debba per forza picchiare… (io sono un Maestro di Muay Thai e arti di combattimento, e so bene il valore positivo del combattimento, delle arti marziali, della boxe, ma qui si mostra ai bambini come divertente dare una bastonata in testa a qualcuno, è un’altra cosa, è proprio altro…)

… tra i programmi più visti dai bambini e adolescenti ci sono i Simpson, qualcuno di voi ha mai capito fino in fondo quale messaggio implicito stia passando? provate a guardarne bene una puntata…

… mi fermo, avrei tanto altro da dire… ci sono i gruppi rock satanici, il Grande Fratello che mostra come approdo ideale di un ragazzo lo stare svaccati in un divano a sparlare di qualcuno… o non fare un cazzo…  in questa finta democrazia politically correct (uguale Ipocrita) tutti hanno paura di farsi dare dei “fascisti” non appena parlano di proibire qualcosa, di vietare qualcosa, di mettere la censura a qualcosa… sono prontissimo a prendermi del fascista, anzi ne sono orgoglioso, se questo potesse essere utile a schermare i bambini e  i ragazzi dalla tanta spazzatura che gli intasa ogni giorno la mente, invece di nutrirli… si, sono un fascista, sono un nazista, sono un comunista, sono un talebano, sono tutto quello che vorranno… purchè qualcuno inizi a porre una soglia minima di idiozia ai programmi, soprattutto quelli prodotti da una azienda che il popolo italiano paga e smettano di gettare merda nella testa dei bambini… i non so quanti mila dipendenti (forse 40 o 50.000… non so la cifra esatta…) della Rai, sono mantenuti dal popolo italiano e dalle famiglie, dobbiamo ricordarlo sempre… e dobbiamo ricordarglielo… così come sono mantenuti dal popolo italiano i guadagni di Mediaset e Sky, attraverso la visione pubblicitaria (farsi penetrare la mente da messaggi pubblicitari è una forma di pagamento, se qualcuno non lo avesse ancora capito)

… ho parlato in un altro post di una possibile proposta (proposta indecente, ovviamente, nazista, fascita, comunista, talebana, integralista), un possibile patentino di responsabilità sociale per chi produce TV, programmi e altro materiale destinato ai bambini…

– vedi http://potenzialeumano.wordpress.com/2009/07/10/bambini-e-televisione-e-altri-contenuti-mediatici-proposta-utopica-di-un-patentino-di-responsabilita-sociale/

… un saluto fascista, comunista, talebano, imperialista, oltranzista, …tutti gli …ista che ci sono, ma che lascino stare i bambini…

Daniele Trevisani

ps. non voglio creare ansia non necessaria, ma anche tu, che leggi in questo momento, e anch’io, dovremmo porci il problema della NOSTRA dieta comunicazionale: a cosa DECIDIAMO di dedicare le nostre ore quando scegliamo un programma, che libri SCEGLIAMO, se  leggiamo o non leggiamo, che contenuti possono farci bene e quali invece intossicarci la mente… ma per favore, scegliamo, valutiamo, non siamo recettori passivi…


Franz Falanga, a Proposito della Comunicazione (categoria: comunicazione politica)

Un libro interessante per riflettere sui linguaggi della comunicazione, al di la e oltre la politica. L’efficacia della comunicazione è correlata alla capacità di individuare i linguaggi efficaci, e questo vale per ogni target audience: aziendale, politica, sociale.

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Falanga sembra concentrarsi in particolare su una visione critica della comunicazione “di sinistra”, con una prospettiva di critica interna, fatta appunto “da sinistra” (ma il lettore potrà giudicare di persona le posizioni politiche espresse, disinguendole dalla analisi dei meccanismi comunicativi).

L’autore individua correttamente diversi errori comunicazionali, ad esempio, secondo l’autore la comunicazione di sinistra entra in difficoltà non appena viene accusata di “fare un comizio” (p. 71), tende ad andare fuori tema, ad uscire dalla pista comunicazionale, e “finire nell’angolo”. Il problema, come fa notare l’autore, non è tanto il “fare il comizio”, quanto la fierezza e l’orgoglio nel perseguire le proprie posizioni. La parola “comizio” ha subito negli ultimi anni una rivoluzione linguistica, che la ha portata da momento nobile di esposizione fiera delle proprie idee, a momento di percepita falsità e tentativo di manipolazione. Questo e altri meccanismi, se non smontati, rischiano di creare trappole e tranelli comunicativi.

L’autore ragiona inoltre su alcuni sottilissimi meccanismi conversazionali che avvengono nel dialogo politico, altrettanto venefici se non compresi. Ad esempio (p, 75), nelle trasmissioni televisive di dibattito politico, quando un esponente chiama l’esponente avverso”fratello mio”, questa mossa conversazionale può connotare intenzioni di non belligeranza e amicizia, ma finisce per trasmettere una sottile percezione di inferiorità dell’altro (si tratta infatti di un messaggio che in analisi transazionale verrebbe chiamato “top-down”, dall’alto al basso, da genitore a bambino).

E, molto spesso, l’incontro o dibattito televisivo tra personaggi di centro-destra e di centro-sinistra tende a trasformarsi in un incontro tra linguaggi semplificati e più comprensibili, contro linguaggi più intellettuali e meno comprensibili.

Queste e numerose altre riflessioni sono riassunte in 30 concetti chiave, con passaggi ben articolati, che, a mio parere, costituiscono spunti di riflessione interessanti sia per la comunicazione politica (di ogni schieramento) che per la comunicazione persuasiva (problema chiave in ogni operazione aziendale).

La conclusione di questo discorso ruota attorno alla “persona”. Ci riporta al bisogno di formazione e di lavoro sulle identità dei comunicatori (come espone l’autore nel principio 28: “riaddestrarsi alla fierezza, convincersi su basi oggettiva della prporia fierezza, esercitarla senza mezze misure).

Il mio parere di professionista, nel leggere le riflessioni di Falanga, non fa che confermare un dato: la comunicazione è una disciplina, e chi ne fa una professione non può sfuggire. Per aumentare le capacità di comunicazione serve consapevolezza e training, una capacità indispensabile in un teatro bellico-comunicazionale in cui, mai come ora, le competenze personali “forano” gli schermi e convincono, e le incompetenze ed indecisioni personali devastano in pochi secondi qualsiasi idea, magari in se intrinsecamente buona, quando mal comunicata.